Il colloquio con il vertice del sindacato rientra nell’ambito delle relazioni che il diplomatico ha avviato con le realtà Italiane presenti nell’arcipelago
Se un cittadino italiano si trasferisce a Malta per lavorare, troverà sempre una rete di sostegno che non lo lascerà mai solo. E la tutela dei lavoratori e la diffusione del senso della legalità restano dei pilastri sui quali si poggia il progresso economico e soprattutto sociale. Questi sono solo due dei punti salienti emersi nell’incontro che si è tenuto stamattina tra l’Ambasciatore d’Italia a Malta, Fabrizio Romano, e Riccardo Travaglini, il responsabile del “Contact Point” GWU e CGIL, che opera sull’arcipelago da oltre un anno.
Nel corso del colloquio, nel quale sono stati anticipati i contenuti di un altro incontro che si terrà mercoledì 7 aprile, si è a lungo affrontato il tema degli effetti provocati dalla pandemia ed è stata ribadita l’importante azione di sindacalizzazione portata avanti da GWU e Cgil.
Travaglini ha inoltre meglio contestualizzato la genesi dello sportello polifunzionale istituito da GWU, frutto di una azione congiunta che ha visto sicuramente la partecipazione della CGIL ma soprattutto la volontà dell’allora presidente di Capitale Lavoro Spa (società in house della Città Metropolitana di Roma Capitale), Antonella Gobbo, che con il supporto e le competenze dell’avvocato Dario Manna, coordinatore di due progetti per la mobilità lavorativa europea finanziati dal programma UE per l’occupazione e l’innovazione sociale “Your first Eures job” e “Reactivate”, hanno creduto che una presenza istituzionale italiana per supportare la mobilità fosse determinante. I due progetti hanno indubbiamente rappresentato per molti italiani a Malta una grande opportunità ed un concreto sostegno alla mobilità e all’integrazione.
Nell’incontro con l’Ambasciatore Romano, Travaglini ha sottolineato il ruolo sociale svolto da GWU, particolarmente attenta alla presenza ed al sostegno soprattutto dei lavoratori stranieri che sono arrivati a Malta negli ultimi anni: alla fine del 2019 erano 67.596, di cui ben oltre 15.000 erano cittadini italiani.
La popolazione italiana a Malta è molto giovane e quindi ha una prospettiva di permanenza ancora lunga; di recente il fenomeno migratorio è stato esaminato con gli enti statistici maltesi al fine di avere un profilo di riferimento di chi ha scelto l’arcipelago come destinazione lavorativa.
È dunque evidente che, alla luce di questa evoluzione, la formazione e l’informazione rappresentano un binomio imprescindibile dell’azione di sindacalizzazione avviata da tempo. Il numero degli italiani cresce quotidianamente, come cresce anche il numero di referenti sindacali nelle aziende e nella stessa GWU.
Anche il rinnovo dei delegati di GWU nell’IRTUC o CSIR (il Consiglio Sindacale Inter Regionale) che riunisce le organizzazioni regionali dei sindacati, affiliati alla Confederazione Sindacale Europea, nelle aree transfrontaliere, ha portato GWU ad indicare due nomi: il segretario del Dipartimento internazionale Jason Deguara e il dottor Stanislao Filice.
Quindi una collaborazione sempre più forte si sta stringendo tra Malta e Itala e l’assistenza ai lavoratori e alle loro famiglie è una missione comune con la istituzioni Italiane a Malta. La stessa CGIL si fece promotrice tramite il proprio delegato al Consiglio generale degli Italiani all’Estero, il massimo organo rappresentativo degli italiani espatriati, della mozione per l’istituzione del COMITES, che è un organismo rappresentativo della collettività italiana eletto direttamente dai connazionali residenti all’estero, e quest’anno si voterà per la prima volta anche a Malta.