Con l’intelligenza artificiale che continua a trasformare le industrie e ridefinire il mercato del lavoro, la General Workers’ Union (GWU) sta promuovendo un approccio che garantisca benefici per tutti i lavoratori, senza lasciare indietro nessuno.
Durante un dibattito organizzato dalla Malta Chamber, dalla GWU e dal Malta Business Bureau, Riccarda Darmanin, Segretaria della Sezione Professionisti, Finanza e Servizi della GWU, ha sottolineato la necessità di una transizione inclusiva e centrata sull’essere umano. L’evento si è svolto nell’ambito della seconda fase del progetto europeo *Transform Work II*, un’iniziativa volta a supportare i partner sociali nella gestione dei cambiamenti legati all’introduzione dell’IA nel mondo del lavoro.
Finanziato dalla Commissione Europea e guidato dalla Confederazione dei Sindacati Indipendenti della Bulgaria (KNSB), il progetto *Transform Work II* mira a fornire ai lavoratori europei strumenti e strategie per affrontare efficacemente l’integrazione dell’IA e garantire condizioni di lavoro eque.
Un divario digitale in crescita
Sebbene l’IA abbia aumentato la produttività e creato nuove opportunità occupazionali, molti lavoratori restano incerti su come questa tecnologia influenzerà le loro carriere. Alcuni faticano ad adattarsi ai nuovi sistemi, altri temono per la sicurezza del proprio posto di lavoro o si sentono esclusi dai progressi tecnologici.
“Questo divario digitale rappresenta una sfida da affrontare con urgenza,” ha dichiarato Darmanin. “Dobbiamo assicurarci che i benefici dell’IA siano distribuiti equamente in tutti i settori. L’innovazione non deve avvenire a scapito del benessere dei lavoratori.”
Garantire che l’IA funzioni per i lavoratori
La GWU chiede programmi strategici di aggiornamento e riqualificazione per preparare i dipendenti al futuro digitale. L’IA non dovrebbe sostituire i posti di lavoro, ma essere integrata in modo da valorizzare il contributo umano, mantenendo la collaborazione tra persone al centro dell’evoluzione industriale.
Il sindacato promuove inoltre una governance etica dell’IA, che dia priorità alla trasparenza, alla partecipazione dei lavoratori e a misure di tutela dell’occupazione nei processi di trasformazione guidati dall’IA.
“L’IA non è una minaccia, è uno strumento,” ha affermato Darmanin. “La sua implementazione determinerà se unirà o dividerà la nostra forza lavoro. Datori di lavoro, decisori politici e sviluppatori tecnologici devono garantire che l’IA valorizzi il potenziale umano, anziché ridurlo.”
Un appello alla collaborazione
La GWU invita i responsabili politici, i datori di lavoro e tutti gli stakeholder a sostenere strategie di integrazione dell’IA che proteggano i lavoratori, promuovendo al contempo innovazione ed efficienza. Il sindacato intende includere misure di formazione legate all’IA all’interno dei contratti collettivi, per assicurare che i lavoratori siano pronti ad affrontare un futuro plasmato da queste tecnologie.
“Costruiamo ponti, non ostacoli. Facciamo in modo che l’IA funzioni per tutti,” ha concluso Darmanin.